SEO e UX a braccetto: pronti per i Web Vitals
Ormai lo ripetiamo come un mantra “Il sito web è uno strumento, la strategia il suo fondamento”. Ma tralasciando rime e spiritualità, il concetto pratico è reale e addirittura tangibile: senza un buon piano di comunicazione aziendale e una ottimizzazione SEO fatta a dovere, i siti web sono destinati a ricevere pochi visitatori e a finire in fondo alla lista. Un investimento paragonabile a un buco nell’acqua.
Investire nella realizzazione di un sito web senza eseguire una serie di attività correlate, infatti, serve a ben poco se l’obiettivo è farsi conoscere tramite il web. Senza una SEO ben svolta è difficile che Google riesca a scoprire l’esistenza di uno specifico sito (pensate che a settembre 2019 i siti attivi erano circa 200 milioni e il trend, come sappiamo, è sempre in aumento) e a posizionarlo per il target corretto. Quindi, se l’obiettivo è essere facilmente trovati dal proprio pubblico ideale (e immagino che il tuo obiettivo sia questo), realizzare un sito web senza un piano di marketing digitale non è la strada giusta da percorrere.
Se queste parole ti sembrano di una lingua sconosciuta, ecco qui una piccola introduzione.
Cos’è la SEO e perché è importante
La Search Engine Optimization, detta comunemente SEO, racchiude una serie di attività con l’obiettivo di migliorare il ranking (posizionamento) del sito sui motori di ricerca (soprattutto Google).
La SEO potrebbe essere divisa in due sfere che devono coesistere: la SEO tecnica e la SEO strategica.
Per quanto riguarda la SEO tecnica, è necessario applicare diverse regole al sito, sia in termini di sicurezza (come il famoso protocollo HTTPS, che se non è presente sul sito che stiamo per navigare veniamo subito avvisati che è meglio cambiar strada) che di ottimizzazione (HTML, testi, immagini, etc.).
La SEO strategica invece prevede, appunto, una strategia e quindi l’attuazione di ricerche, analisi, studi che ci permettano di scegliere le parole chiave e gli intenti di ricerca migliori per l’ottimizzazione dei testi e dei metadati del sito web, con il fine di raggiungere il proprio pubblico e i propri obiettivi.
Se ben applicata, la SEO permette a un sito web aziendale o a un e-commerce di raggiungere un buon posizionamento nelle prime pagine dei risultati di ricerca, aumentando così le probabilità di ottenere traffico qualificato e conversioni.
Oltre ad essere Google Friendly, cioè rispettare le sue linee guida, è importante mettersi nei panni dell’utente che visiterà il sito e modificarlo in modo che sia chiaro, performante e semplice da utilizzare. Ad oggi questo aspetto del sito passa ancora in secondo piano e, per rincarare la dose, stanno arrivando delle novità.
I Web Vitals, come Google premia la UX
Un anno fa lo stesso Google ha rivelato che i suoi algoritmi avrebbero subito un grande cambiamento: ha annunciato infatti la creazione di alcune nuove metriche, chiamate Web Vitals. Attraverso di esse, Google favorirà la User Experience, quindi l’esperienza di navigazione che vivrà l’utente una volta atterrato sul sito.
A partire da maggio 2021, queste nuove metriche saranno fondamentali per il buon posizionamento del sito web e andranno a braccetto con la SEO.
Se un sito infatti sarà troppo lento, con elementi che si spostano compromettendo l’esperienza dell’utente, non avrà la benedizione di Google e non verrà favorita la sua ‘scalata’ alla prima posizione nella SERP (la pagina dei risultati del motore di ricerca).
Vediamo quali sono le nuove metriche da rispettare:
- Largest Contentful Paint, detto LCP: misura il tempo di caricamento dell’elemento più grande nella pagina del sito. Si tratta in special modo di immagini e video, gli elementi solitamente più pesanti.
Questo fattore, lato utente, aveva già una sua valenza negli scorsi anni: le persone che si imbattevano in una pagina di un sito web con un tempo di caricamento superiore ai 3 secondi tendevano ad abbandonarlo, aumentando in maniera esponenziale all’aumentare del tempo di caricamento. - First Input Delay, detto FID: misura l’interattività tra la pagina richiesta dall’utente e la risposta del browser. Viene misurata in millisecondi. Anche questo misuratore in passato poteva fare in modo che gli utenti abbandonassero il sito. Ad esempio, state visitando il sito di un giornale online, con il fine di leggere i vari articoli. Dopo aver terminato la lettura dell’articolo primario per cui stavate visitando il sito, notate l’anteprima di un altro articolo interessante. Cliccandoci sopra, per aprirlo, notate che passa molto tempo prima di avere una qualche reazione. Ovviamente se il tempo è prolungato tenderete a recarvi su un altro sito concorrente più reattivo e veloce, non visitando più il primo giornale, con una conseguente diminuzione degli utenti attivi.
- Cumulative Layout Shift, detto CLS: misura i cambiamenti di layout che si hanno durante il caricamento della pagina. Google a questo proposito ha pubblicato un video chiaro e semplice, che mostra un esempio di cattivo CLS.
Questo aspetto, lato utente, diventa davvero fastidioso se trascurato, soprattutto nel caso in cui dovessero avvenire transazioni non volontarie!
In poche parole, se si desidera rimanere nelle grazie di Google ed avere un buon ranking, è necessario effettuare modifiche al proprio sito per migliorare anche questi aspetti e favorire la navigazione da parte dell’utente. Senza dubbio, le modifiche effettuate, oltre ad impattare su Google, avranno delle conseguenze positive anche lato utente. Migliorando le prestazioni del sito, infatti, i visitatori saranno meno inclini ad abbandonare il sito, trovandolo veloce e reattivo.
Sapevi di queste novità? Sei già corso ai ripari?
Fonti:
https://kinsta.com/it/blog/cosa-significa-seo/#seo-definition
https://www.tuttotek.it/web-social/speciali-web-social/seo-tutto-quello-che-dobbiamo-sapere-al-riguardo
https://www.ninjamarketing.it/2021/04/12/core-web-vitals-la-rivoluzione-della-seoux-unione-tra-seo-e-ux/
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